Nel gruppo che frequanto c’è una ragazza che si è da poco separata. Ha una bambina di quattro anni, una bambina non bellissima in realtà: sopracciglia a cespuglio, baffetti e labbra sottili, e lo sguardo sempre triste. Perennemente inappetente, parla con la vocina bassa bassa. Se le porti un regalo, abbasserà lo sguardo dicendo grazie, senza festeggiare più di tanto.
Una volta, a casa sua, mi ha presa in ostaggio trascinandomi in bagno: mi ha fatto assistere all’impigiamazione e a tutte le attività propedeutiche. Da sola si è ricordata di lavarsi i denti e farsi il bidet. Con una mano si appoggiava al muro e con l’altra si infilava i pantaloni, senza accettare il mio aiuto. Si è piegata il maglioncino e i jeans e li ha riposti dentro un cassetto, mettendo invece le calze e le mutande dentro il cestino della biancheria sporca, in un modo che mi ha fatto vergonare di me stessa che a quasi trent’anni ammucchio i vestiti sopra una sedia e la biancheria sporca per terra.
Questa bambina oggi, al pranzo a casa di un amico, ha incrociato le braccia sopra il tavolo e ci ha messo sopra la testa, nell’indifferenza generale.
Mi sono avvicinata, le ho accarezzato i capelli e chiesto che cosa non andasse. Lei ha alzato quel faccino, gli occhi castani umidi, e con voce rotta mi ha detto che Elisa, l’altra bimba, un pochino più grande, non voleva sedersi al tavolo dei bimbi con lei. Ed era vero, perché l’ho vista scappare via, scocciata dall’appiccicosità della bambina con i baffi.
“Mi sento rifiutata, ma invece di andare a giocare con l’altro bimbo mi siedo qui e piango, in silenzio, rassegnata, senza dare fastidio a nessuno.”, mi ha detto la bambina con i baffi senza dirmelo.
Allora ho chiamato Elisa e l’ho invitata a venire al tavolo, e lei, che è una bambina sana, sorridente, è venuta a sedersi con noi a mangiare la torta, essendosi già dimenticata di quel fastidio momentaneo, incapace di provare antipatie durature.
Cosa diventerà la bambina con i baffi non lo so. I suoi genitori non si sono lasciati bene, e per quanto si comportino civilmente la bambina è fin troppo sensibile per non percepire i miasmi dell’insofferenza e dell’animosità. Continuerà ad essere sballottata di qua e di là, tenendo i ritmi di due single che giustamente devono rifarsi una vita e non privarsi di uscire. Immagino che continuerà a fare la piccola adulta. Imparerà anche a farsi la doccia da sola, poi laverà i piatti e si rifarà il letto. E senza vantarsene, come se fosse un suo preciso dovere a quattro anni.
Vederla ogni volta mi riempie di un’angoscia e una tristezza senza pari.
La fatalità con cui questa bambina affronta il mondo potrebbe essere anche non dovuta alla separazione dei suoi genitori, del resto io sono cresciuta in una famiglia cosiddetta sana e sono quello che sono. Ma nel dubbio, sono veramente contenta di non essere riuscita a distruggere un’altra famiglia.
Dopo l’episodio con Elisa, la bambina con i baffi, all’improvviso, oggi è venuta di corsa a buttarsi addosso a me stritolandomi le gambe per qualche secondo, e poi è scappata via.
L’ho preso come un grazie.