Adesso che si avvicina fine anno ed è tempo di fare bilanci, posso dire che questo 2014 per molti aspetti è stato il mio anno sabatico. E’ come se i soliti pensieri mi avessero mollata lasciandomi librare in aria come un palloncino. Ho fatto tutto quello che potevo per non pensare, per starmene per aria, a guardare la mia vita scorrere da una distanza siderale, senza intervenire in quello che mi capitava, come se stesse succedendo a qualcun altro. La valigia sempre pronta per il prossimo viaggio, le serate alcoliche, le serate ganja, il trastullarsi con fantasie varie.
Adesso credo che sia giunta l’ora di tornare coi piedi per terra. Non del tutto; il mio mondo parallelo è solo a una porta di distanza, ed è confortante rifugiarsi lì ogni tanto. Però adesso, col fatto di avere staccato per così tanto la spina, guardo tutto diversamente, in maniera più distaccata e più serena. Pensavo che al concerto dei Pearl jam ho avuto una mezza folgorazione quando cantavo a squarciagola ‘this is not for you’. E forse è questa la cosa più importante di quest’anno: che adesso faccio le cose per me, e non per qualcun altro. La rabbia, la sete di dimostrare qualcosa mi ha fatto bene, costringendomi a fare tante cose che altrimenti non penso avrei fatto. Ma adesso che ho iniziato, this is not for you, not anymore. Mentre Eddie cantava mi sono resa conto che stavo rinascendo, perché stavo VERAMENTE godendo di quel concerto, senza che mi importasse assolutamente che qualcuno lo sapesse. Adesso credo di non dover dimostrare a nessuno che mi sto divertendo e che non soffro, per il semplice fatto che mi sto divertendo davvero e davvero non sto soffredno più. E leggera, e libera come adesso non mi sentivo da tempo.
Archivio | dicembre, 2014