Archivio | luglio, 2014

The song remains the same

27 Lug

Lo Sposino è in viaggio con tutta la famigliola. Ha pubblicato la foto di lui in un parcogiochi. Solo ovviamente. E’ un po’ più stempiato. Ma si sta divetendo con sua moglie e i suoi bambini, mentre io ammuffisco a casa perché mi sento troppo brutta e grassa per andare a mare.

Il Lord invece l’ho beccato a una festa. Ho visto che mi guardava e mi ha salutata stringendomi il braccio, al contrario dell’ultima volta che ci siamo visti che mi ha dato due mascellate ed è corso via. Rideva. Presumibilmente lui si è divertito quella sera, al contrario mio che sono morta di noia. Poi l’ho ribeccato due sere dopo in un bar. Era con una tipa che non sono riuscita a meglio identificare perché ho distolto subito lo sguardo. Non avevo nessuna voglia di salutarlo. Oggi pubblica la foto di due gelati di un famoso bar di una famosa località turistica a qualche km da qui. Con quella troia che ha innescato tutte quelle chiacchiere.

Evidentemente io non lascio il segno.

Il mio amico mi ha scritto per uscire stasera e ho inventato una scusa. ‘Poi non dire che non ti cerco più’.

Non hanno capito che ogni cosa che può capitarmi è solo una puntura. Ormai penso sempre al peggio di tutto e in qualche modo ci sono abituata.

Tristezza e desolazione, ecco cos’è la mia vita adesso che mi sono anche un po’ ritirata.

Vorrei farla finita, ma qualcosa mi frena. Non so cosa. La paura del dolore? Il fatto che sarebbe un’ultima sconfitta, una prova che non sono andata avanti? Una piccola, flebile speranza residua? Non lo so. Ma vorrei non averli più, questi freni, e decidermi. E finirla con questa farsa.

Stop.

25 Lug

Vorrei solo un po’ di silenzio.
Sono appena tornata dal mio ultimo viaggio e il mese prossimo non partirò. E mi sento morire.
Sto ingrassaando. Ho costantemente voglia di sgranocchiare qualcosa e non va bene. Ho rivisto il Lord a una festa e ci siamo ignorati. E poi penso che è da un anno e tre mesi che non ho contatti fisici con un uomo eccetto quel maniaco del mio collega che viene a strusciarsi, ora più spesso perché è tornato single. E non mi pare normale.

Stupid little thing

7 Lug

Dopo una giornata non male a lavoro, più che altro piena di cose da fare, qualche complimento per i capelli ricci (ma quanto sono stata cretina a fissarmi a lisciarli anche in estate perdendo 1 ora e 1 kg in sudore quando qui me ne esco con tre secondi netti, il tempo di passarci la schiuma e via?), le mestruazioni che non solo hanno spiegato il picco di depressione di ieri ma mi hanno anche fatto il favore di venire in anticipo così da farmi godere in santa pace la prossima settimana di vacanza al mare, mi sento meglio.

E un piccolo, insignificante dettaglio. Ho beccato il blog di un collega che conosco poco, l’avrò visto due volte in tutto, ma mi ha subito attirato, è l’impressione è stata confermata da quanto letto: è veramente carino, dolce, un po’ malinconico nella descrizione di certi dettagli, ma anche ironico e brillante. Ovviamente è stato trasferito. Pazienza, però: POSSONO ancora piacermi le persone. POSSO innamorarmi di nuovo.

Sta a me guardare le cose con occhi diversi.

Sliding doors

6 Lug

Ho la sensazione che presto i miei ‘amici’ mi manderanno a quel paese perché li sto scansando. E’ che proprio non ce la faccio. Non mi va né di parlare al telefono, né di chattare né tantomeno di uscire. Se succede, me lo merito. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Ieri sera ho avuto la festa di una mia compagna delle scuole medie con cui mi vedo una volta ogni morte di papa. Sono andata con le lacrime agli occhi, ma dovevo farlo anche per mettere a tacere per un po’ i miei che vedendomi sempre infilata a casa iniziano a darmi il tormento, come se non fosse abbastanza straziante per me. Ma un’uscita con la mia amica che a mio padre è sempre piaciuta perché ‘è una brava ragazza’, una persona ‘normale, non come quelli che frequenti’, segna mille punti bonus da spendere al prossimo ‘cos’hai che non va’.
Comunque vedendo tutti questi miei coetanei giovani e rampanti, alle prime armi col lavoro, mi sono chiesta come sarebbe stata la mia vita se non fossi entrata in quella trappola mortale che è il mio lavoro attualmente. Genio non lo sono stata mai, probabilmente sarei in ritardo, magari mi mancherebbero, che so, tre materie per finire l’università. Magari mi sarei sbloccata, ma nel ‘mio’ mondo, e avrei avuto una vita normale fra i miei coetanei, che mi sarebbero andati bene, invece di sembrarmi insulsi e immaturi. Mi sarebbe andato bene persino il Lord. E sicuramente non avrei avuto una relazione con un uomo sposato. Avrei la mia pessima vecchia migliore amica. Non fumerei. Sarei stata in mezzo a una strada, non mi sarei potuta permettere tutti questi viaggi. E la prospettiva del futuro mi spaventerebbe a morte, ma anche ecciterebbe un po’, sicuramente non annoierebbe a morte.
Pazienza, la mia sliding door si è aperta (o chiusa?), inutile pensarci più di tanto.

Isolation is so good for me

4 Lug

Uscite col contagocce nelle ultime due settimane. Sto cercando di scendere un po’ dalla giostra per fare le prove generali per la mia vecchiaia da zitella. Sempre ammesso che non riesca a suicidarmi prima. Credo che mi darò tempo fino a 29 anni. Arrivare a 30 senza aver concluso nulla sarebe una sconfitta. Cosa significhi poi concludere qualcosa neanche io lo so. So però che la mia vita mi sembra inutile e che dovrei farne qualcos’altro. Converrebbe fare subito l’assicurazione sulla vita, così farei passare la carenza dei due anni per il suicidio e lascerei quantomeno la casa senza mutuo ai miei genitori.
A volte mi pare di stare iniziando a ‘mettere ordine nei miei affari’ per lasciare tutto sistemato.
E’ sempre quel briciolo di speranza bastardo che poi ti frega. Perché in fondo finisci per crederci che può succederti qualcosa di bello da un momento all’altro.
A me piacerebbe che qualcuno me lo dicesse con certezza assoluta, che vale la pena aspettare. Io è una vita che aspetto, e tranne qualche momento la mia vita è stata sempre un buco nero in attesa di qualcosa.
Qualcuno dice: goditi il viaggio invece di pensare alla meta. Vero, e infatti cerco di farlo. Ma inizia tutto a non essere così fantatico, quando ti ci abitui. Arriva il momento in cui vorresti tornare a casa e rilassarti, felice tra le tue quattro mura. Ma io da chi dovrei tornare? Lavoro e torno a casa e mi godo un bel film, un buon libro. Questa è la mia vita adesso. Mi sento come dentro la placenta, lontana da tutto e da tutti.