Archivio | Maggio, 2014

Don’t get any big ideas, they’re not gonna happen

29 Mag

“Quando ero giovane”, diceva lo scrittore francese Albert Camus, “mi aspettavo dalle persone più di quello che potevano darmi, amicizia eterna, emozioni permanenti”. Più di una volta era rimasto deluso. “Adesso ho imparato ad aspettarmi meno di quello che possono darmi”, concludeva. “Le loro emozioni, la loro amicizia, i loro gesti nobili continuano ad avere un valore miracoloso ai miei occhi, sono il frutto della grazia”. Mi piacerebbe che seguissi il suo esempio nei prossimi mesi. Se lo farai, i presagi astrali lasciano intendere che proverai la stessa gioia di Camus.

 

Pure l’oroscopo di merda mi dice: asciugati la bava alla bocca, non avrai niente di quello che pregusti. E’ così. Va tutto bene finché mi stordisco andando a letto tardi, viaggiando, ubriacandomi e fumando. Appena mi fermo un attimo e penso, risprofondo. 

Non è questo che voglio. Mi piace avere i miei amici, mi piace fare la pazza, mi piace stare stordita, ma non è questo che voglio nei prossimi anni e per il resto della mia vita. Voglio tornare a casa dalla persona che amo e dai miei figli. Voglio avere soddisfazione nel mio lavoro. Voglio qualcuno che mi abbagli così forte da gettare definitivamente nelle tenebre dell’oblio il passato. 

E invece mi ritrovo sempre qui, con questo lavoro che mi mette sotto pressione perché mi pare di star deludendo le aspettative che avevano riposto in me, con opzioni fidanzati una più deprimente e sconfortante dell’altra, ad invidiare con tutte le mie forze quella cornuta, che bene o male ha tutto quello che voglio io.

E vorrei un po’ di tempo per me, per starmene per i fattacci miei e non dare conto a nessuno, ma evidentemente quando si hanno degli amici la regola è che non si può sparire e si deve continuare a salire sulla giostra, e di nuovo stordimento… sì, ma a cosa porta?

New old stuff

12 Mag

Avrei dovuto scriverlo prima questo post, per parlare di come per un momento, per una serata, in mezzo ad amici, abbia pensato: ‘mi piace come stanno le cose. Meglio che sia andato tutto esattamente così, non cambierei una virgola’.

Poi sono sprofondata in sindrome premestruale e ho ricominciato a piangere.

Da un lato penso che tenersi costantemente occupati sia un toccasana. Più cose fai, più sei chiamato a farne e di conseguenza la mente viene distratta da altro.

Dall’altro lato sono stanca di scappare. Ovviamente sto per prendere l’ennesimo aereo, neanche a dirlo. E a volte mi pare di girare come una trottola, sì, ma a vuoto. Come i criceti nelle gabbie. Che macinano chilometri per restare sempre fermi allo stesso punto. 

E mi pare anche di non costruire niente di stabile e duraturo. Non riesco più a dedicarmi in maniera continuativa alle persone.  Queste che ora chiamo amiche, fra un anno ci saranno? O finiranno nell’immondizia come quelle che l’anno scorso chiamavo amiche, e che adesso non mi invitano più ai loro compleanni? (E hanno ragione: chi inviterebbe una che rifiuta tutte le loro proposte da un anno a questa parte?).

Ho preso due chili, soprattutto per colpa delle troppe uscite, ma anche per un paio di episodi di binge casalinghi (‘oggi vado a fare la spesa e butto giù un intero scaffale di schifezze’). Questo deve finire. Passato questo week end mi metterò a riga. Il mio piano a breve è questo.

Il guaio è che il mio malessere non è più così forte da spingermi a fare qualcosa. Certo, sto provando a fare un po’ di attività fisica e di staccarmi da quel cazzo di facebook. 

Ma le cose si ostinano a non voler cambiare, e io non ho le energie per farlo. Sono sempre stata una perdente, non ho mai avuto un briciolo di forza di volontà. Perciò non mi suicido, o non inizio a fare la baldracca, o non mi licenzio, o non mi decido a dare una svolta alla mia carriera, o non studio, o non ho le braccia piene di buchi. La vita scorre così, fra un’ubriacatura e l’altra, tra una canna e l’altra, tra un pettegolezzo e l’altro. E il fatto di viaggiare, o di avere una comitiva di riferimento, è una distrazione, sia in senso positivo che negativo, perché mi impedisce di affrontare dei problemi ancora irrisolti, che appena appena alzo la soglia di attenzione tornano a pugnalarmi lo stomaco. 

Boh.

Changes ?

7 Mag

E poi ti senti così male fisicamente che non riesci a pensare a niente oltre al fatto che sei una stronza a non aver fatto mai attività sportiva che non fosse salire una rampa di scale per andare una volta la settimana dalla nonna. 

Ho voglia di fare cose per me stessa. Non che il mio cruccio più grande non resti quello di non avere nessuno, una scopo nella vita, un bambino, e il peso enorme dell’essere stata riufiutata per una nanerottola paesana noiosa che si veste peggio di me (il che è tutto dire) e che non sa mettere due parole in fila in italiano. 

Però ho come la sensazione, anche se infondata, che qualcosa si muoverà nel momento in cui smetterò di cercare, solo e soltando pensando a me stessa, curandomi e rispettandomi.

La prima missione, quella rinnova un po’ il tuo look, è iniziata. Ho comprato un vestitino Desigual, perché mi stava bene, e ho deciso che sì, posso permettermi un capriccio (cazzo con lo sconto 80 euro un vestito ipercolorato che potrebbe anche stancarmi dopo averlo messo due volte?!). Un paio di camicette e scarpe con un tacco che so di poter mettere senza slogarmi la caviglia. 

Iniziamo anche a fare delle scelte e a prenderci la responsabilità di diventare quello che siamo, nel senso di far coincidere l’immagine che ho di me stessa con quella che effettivamente sono: ho sbarattato un po’ la libreria buttando vecchi libri di scuola. Un sacrilegio, ma ci sta anche scendere a patti col fatto che quei libri non li riaprirò mai più, e che non diventerò una tuttologa in grado di parlare di qualsiasi argomento. A me la filosofia non piace (che sia a causa del prof del liceo o meno, non importa qui), perché dovrei tenermene i libri? 

E questo per il momento è quanto.