Archivio | dicembre, 2013

Momentanea sospensione della teoria del Karma

29 Dic

Non funziona. Nel 2013 almeno non ha funzionato.

Perciò sul finire di questo merdosissimo anno, anno in cui mi pare di aver solo sprecato tempo, rincorrendolo, poi superandolo e infine tirandolo per farlo finire prima, ho dato libero sfogo a tutto quello che ho represso.

Sono stanca di fare la superiore e fingere che non mi importi, che non mi faccia arrabbiare o rimanere male. E quindi mi sono data al giardinaggio e alla potatura dei RAMI SECCHI: ho rimbeccato gli amici che si sono comportati male, e mandato a fanculo best friend, alla soglia della sua laurea a cui sono sicura che non sarò invitata. E ad essere sinceri, mi dispiace pure non saver sputato la mia pillola di veleno quando mi ha chiesto se conoscessi qualche posto in cui cercare il vestito per l’occasione. Avrei tanto voluto risponderle che non importa cosa indosserà, sempre cessa resta. Ma non esageriamo con le battute da prima elementare sulla compagna cicciona. 

In teoria preferisco stare male accompagnata che sola. Mi piace vedere il lato positivo in tutti e prendere ciò che di buono ognuno ha. Ma al momento sono troppo arida per riuscirci, troppo disgustata dall’egoismo e dall’opportunismo delle persone. Probabilmente al momento i miei occhi non sono più ‘glittering’, sono una di quelle che ‘non crede nella magia e non la troverà mai’. 

Mr Hyde ha preso il sopravvento, per il momento, ma non ho nessuna intenzione di chiedere scusa per questo. Non sono stata fortunata e non ho nessuno da ringraziare. Un sano periodo do ut des non farà male. E se anche dovessero perdersi tutti per strada, per fortuna so leggere e ho tanti libri.

Sto spingendo

19 Dic

questi ultimi giorni dell’anno per farlo finire il prima possibile e definitivamente buttarlo nel cesso e tirare lo sciacquone, sperando in tante (BELLE) novità. 

Sto iniziando a considerare l’ipotesi che morirò divorata dai miei cani alsaziani e che avrò una lapide con su inciso ‘spinster’, come Bridget Jones. E da quando sto accettando questa triste realtà, mi sento meglio. Pazienza. Sarò sempre zia e mai mamma. Avrò tanti nipoti. Ma sarò la zia rock che va a giro per il mondo e aspetta spasmodicamente i Pearl Jam a Milano a giugno. Ci vado. Eccome se ci vado!

Del resto non mi resta molto altro. Il mio lavoro non mi piace, gli amici sono quello che sono, io durante quest’anno mi sono scoperta permalosa, gelosa, invidiosa, rabbiosa e chi più ne ha più ne metta, e l’unica cosa che ho è riempirmi la vita di viaggi, marijuana, nicotina e alcool. Ma tanto io soldi da parte per un futuro che non avrò mai non ne devo mettere, quindi tanto vale cercare di stare bene adesso. Perché fino a tre giorni fa, fuori, non mi sono fatta una sola sega mentale, ho goduto di tutto, non vedevo l’ora di svolazzare da un posto all’altro e di fare il pieno. 

Ma dicevamo, il 2013. Un anno di merda, un anno che potrebbe essere descritto con una parola sola: stanchezza. Cedo. Dopo aver passato due anni abbagliata da prospettive di giustizia universale, di karma, di ‘time is on my side’, di ‘non può essere che le cose, alla lunga, non vadano esattamente come voglio io, perché è così che DEVONO andare’, di predestinazione, di destino e minchiate varie, non credo più che le cose si sistemeranno, o che sarò mai felice, o che lo sposino prima o poi, anche tra dieci anni, lasci sua moglie per correre da me. Scoprirlo è stata una batosta desertificante. 

Il 2014 nascerà dalle ceneri di questo incendio che ha raso al suolo tutte le mie buone speranze per partire con un low profile: non aspettarsi niente, anzi meno che niente. Aspettarsi di tirare a campa’. E forse potrei anche finire col divertirmi un po’. 

Rudolph the red nosed reindeer

8 Dic

Io sono il feltro imbevuto di ACIDO fra i dischi di zinco e rame della pila di Volta. Avvitate una lampadina su per le mie narici e si accenderà e sembrerò una perfetta renna di babbo Natale da mettere in salotto per fare scena per le feste. Questo sono del resto: un soprammobile, un oggetto inanimato, faccio scena, confusione, creo atmosfera, ma resto sempre morta. 

Non capisco come posso essere diventata così silenziosa. Un tempo mi incazzavo, litigavo con tutti, e spesso poi ci facevo anche pace almeno fino alla litigata successiva. Oggi incasso colpi in continuazione e senza proferire verbo, semplicemente, così, mi allontano. Dignitosamente. Ma non c’è niente di dignitoso nell’essere rancorosa, livida, violenta (e non potendo esserlo con gli altri, lo sono con me stessa). Ce l’ho con tutti. Ma non lo dico a nessuno. Non ci riesco proprio. Mi sono così autoimposta questa strategia del silenzio, della fredda indifferenza, della distaccata superiorità, che penso non riuscirei a protestare neanche se qualcuno mi desse una coltellata. 

E accumulo. E poi mi faccio il braccio a fette. E poi piango. E poi sparisco dalla circolazione. 

So che smascherando lo Sposino POI mi sentirei peggio, ma al momento mi sentirei molto meglio. Sì, sarei proprio contenta di essere causa della sua infelicità. Di fare risuonare nella sua casa le urla che risuonano nella mia testa. So anche che poi mi sentirei una cretina, ma quanto sarebbe bello anche sputtanare il bimbominchia, prenderlo a quattrocchi e urlargliene di ogni come, farlo sentire una nullità, farlo piangere di nuovo. E fare lo stesso anche con tutti quelli che si sono comportati male con me e che fanno finta di nulla.

Sì, sono cattiva. E non riesco a concentrarmi su me stessa e a guardare avanti. Non riesco a pensare al futuro indipendentemente dal passato. Ho la sensazione di avere sbagliato tutto, di avere fatto solo cazzate, di non avere nessuna speranza perché quando sembra che le cose stiano andando bene, in qualche modo le sputtano sempre. Sono condannata. E non ho voglia, non ho la minima voglia di darmi una smossa, cercare di frequentare nuove persone, andare in palestra, viaggiare (sì, al pensiero di partire fra qualche giorno mi sento morire). Sono stanca. E ora, per salvare le apparenza, anche se non sono buona, anche se non voglio nessun regalo, né voglio farlo, anche se non sento nessun calore, anche se sono senza speranza, vado a fare l’albero. Le apparenze vanno salvate. E poi vuole trovarlo mio fratello, quello stesso che a Natale non ci sarà perché preferisce andare a casa della sua fidanzata. Vorrei tanto strozzarmi col filo delle lucine intermittenti. 

Ricetta per una giornata di perfetta autodistruzione

4 Dic

Ingredienti:

– giornate a lavoro strazianti, in cui hai troppo poco da fare e allora invece di lavorare inizi a pensare, rimuginare, controllare cose che non dovresti controllare: 1;

– pomeriggi trascorsi in compagnia di un collega puttaniere, che è fidanzato ma ci prova con te solo perché tu, ammettiamolo, rispondi al gioco e solletichi il suo ego di 36enne in crisi, 1;

– sbracata da perfetta binge eater in compagnia del suddetto collega in cui si mescolano biscotti, baci perugina, cioccolata varia, nutella a cucchiaiate: 1;

– canne, perché hai voglia di leggerezza e soprattutto di andare in bagno, e la canna, si sa, ti ci fa andare dritta dritta: 1;

– attacco di diarrea, perché sbracata + canna = nottata sul cesso, 1;

– digiuno riparatore, q.b.

 

Mescolate il tutto con un po’ di sangue spillato dal vostro braccio appena martoriato e lasciate lievitare.