Archivio | ottobre, 2013

Post illuminazione (sperando che non si spenga la luce troppo in fretta)

30 Ott

Ho diviso tutta la mia vita in avanti Cristo e dopo Cristo, dove Cristo è lui, che per quanto è magro ci somiglia pure.

Come mi ha detto la mia amica, mi sono trasformata in una donnina delle telenovelas. E direi che è giunta pure l’ora di dire BASTA. 

Mi sono innamorata, ok, e per la prima volta, e prendere una gran batosta così la prima volta è proprio brutto. Ma la cosa va ben oltre. E’ tutta colpa del mio merdosissimo carattere, del mio mettere a tutti i costi qualcuno su un piedistallo, qualcuno a cui non riesco ad arrivare e da cui dipendo affettivamente. L’ho fatto tutta la mia vita con mio fratello, l’ho fatto con lui. E forse è giunto il momento di capire che io sono io e non devo adeguarmi agli standard di nessuno. Non dovevo per forza essere una cima in matematica e fisica perché lo era mio fratello e perché lui pensava che le materie umanistiche non servissero a un cazzo e non dimostrassero l’intelligenza di una persona. E ora non devo a tutti i costi sentirmi una fallita perché non sono sposata con figli mentre lui lo è. Non devo dimostrare niente a nessuno, e che lui pensi quello che vuole. Mi piacerebbe avere dei bambini ed essere sposata; ma a modo mio, non di certo facendo corna o subendole o alienandomi all’auchan ogni domenica pomeriggio senza fare mai un viaggio o qualcosa che mi piace perché ‘ci sono i bambini’. 

No, mi dispiace, io mi rifiuto di considerarmi fallita, o superficiale, o ‘giovane’ perché sono quello che sono.

E pazienza, basta, mettiamoci un punto, io mi sono rotta il cazzo di me stessa sempre piagnucolante, se la vita mi da limoni, anche se non mi piace, farò limonata! 

ho voglia di leggerezza. Ho voglia di non pensare, rimuginare, congetturare, mumbleare dalla mattina alla sera.

Can we really live without each other? Where did we lose the touch?

26 Ott

E’ una giornata che mi trascino per casa smangiucchiando schifezze e fumando come una turca, tanto da farmi girare la testa e provare schifo per me stessa.

E’ andata esattamente come avevo previsto, e cioè esattamente al contrario di come avevo sperato. Lui è lì bello sereno e tranquillo, probabilmente ha ritrovato l’intesa con sua moglie o forse ha una nuova amante. In ogni caso rilassato, sorridente. Che si è comportato con me come se non fosse successo nulla. Amici come prima. Vedo che hai viaggiato, brava, divertiti tu che puoi, con quell’aria di condiscendenza di ‘io sono un uomo sposato e con figli, ho fatto queste cose a mio tempo e adesso sono perfettamente soddisfatto della mia vita fatta di lavoro e casa’. Tuo fratello? Che stai facendo ora a lavoro? Ascolta me, fai questo. 

E io mi sento impazzire dalla rabbia. In questo momento mi rifarei tutti e 70 i km che ci separano per piombargli a casa come un falco e distruggergli il suo mondo perfetto, sbattendo in faccia a sua moglie, quella stupida, ridicola, falsa orrida paesana nanerottola dagli occhi bovini tutte le conversazioni via whatsapp e mail e chat, annientando quel sorriso di merda che sfoggia in foto. 

Niente sguardi, niente battutine, niente mani poggiate sulla spalla. E la vita, senza queste cose, per me non ha senso. 

E a poco vale il cazziatone in napoletano stretto della mia amica che mi ha sciorinato una serie di insulti e minacce di ceffoni perché ‘jamm’, si bella, intelligente, quello è sposato, poveraccio, ‘nguaiat’, e tu dovresti essere solo contenta di aver scansato un fosso’. 

E ha ragione, ci dovrei mettere un punto (di sutura), ma non ci riesco, non riesco a rassegnarmi al fatto di essere stata presa, usata e posata, e peggio ancora non mi rassegno al fatto che le cose cambiano, svaniscono nel nulla, e tutto quello che prima sembrava amore adesso lascia il posto solo a furia, malinconia e senso di vuoto cosmico.

L’unico pericolo che senti veramente è quello di non riuscire più a sentire niente

20 Ott

Rientrata con tutta la capoccia nel mare delle paranoie sul peso, perché c’è questa cazzo di cena questa settimana.

E io, dopo averla aspettata non si sa come, non ci voglio andare. Non voglio rivederlo.

Perché ho due paure: una è quella ri rintripparmi di brutto. L’altra è quella di restare perfettamente indifferente.

Chissà dopo più di un anno cosa prova lui, se ci pensa o meno a me. La cosa più probabile è che ci salutiamo e poi non ci parliamo più per tutto il resto della serata, occupati a scambiare convenevoli e pettegolezzi con gli altri, e che lui mi lasci tornare a casa senza neanche chiedermi di vederci dopo. E che io me ne vada a casa frustrata o soddisfatta a seconda se sia riuscita o meno a fare la reginetta della festa, quella che ride e fa ridere, che racconta aneddoti e che sta al centro dell’attenzione, facendo rodere il fegato a lui che vede quanto sono brillante, contenta e felice senza di lui.

Il punto è che io non ricordo più bene tutte le cose belle che sono successe. Ricordo benissimo, però, e continuo a rodermi IO il fegato, per il fatto di essere stata in qualche modo RIFIUTATA, perché per quanto sia stata io a dargli il benservito, per quanto lo abbia ignorato e fatto finta che non esistesse, l’ho fatto solo perché è LUI che non ha lasciato sua moglie per me. Quindi mi brucia ancora. Ma non so più se provo quello che provavo per lui. E la cosa mi terrorizza, perché mi sento vuota, spenta, stanca, priva di ogni energia e non so cosa fare per riaccendermi. 

 

Digressione 17 Ott

Lo vedrò. Vedrò lo Sposino. Molto probabilmente, avremo una cena assieme. Razionalmente so che non succederà nulla e che non riuscirò probabilmente neanche a parlarci a quattr’occhi, ma è inutile negare che mi sto abbandonando alle mie solite fantasie. Come se da questa cena ne conseguisse automaticamente la risoluzione definitiva della questione. Ovviamente in mio favore. Per non pensarci, alzo la musica a tutto volume, in tutti i sensi: cerco di sopravvivere alle giornate, dicendo sempre sì. Alla serata maratona Sex and the City, all’aperitivino in centro, all’amica che viene dalla Polentonia e che porto a spasso, al prossimo viaggio. Mi riempio le giornate e cerco di non pensare e di sperare che questo periodo di purgatorio finisca, prima o poi, e che arrivi qualche bella sorpresa. Sto anche cercando di lavorare meglio, probabilmente mi cambieranno di ruolo e mentre prima ero spaventata e scazzata, adesso sto cercando di prenderla con più filosofia, pensando che questa decisione mi è stata imposta, non l’ho chiesto io, quindi ci metterò tutto il mio impegno, poi se dovessi deludere qualcuno che mi ha detto di credere in me, tanta pazienza. 

Insomma, vediamo che succede.

Io sono Charlotte

8 Ott

La verità è che a me non frega un cazzo di fare vita sociale, andare a giro, mantenere rapporti.

Io sono una stupida donnetta che vorrebbe la sua famigliola, coi bambini e tutto il resto. 

O forse no, ma al momento mi pare così. 

E mi sembra di sbatacchiare in giro come un aquilotto impazzito cercando disperatamente di attirare karma positivo, ma non ci riesco, perché faccio le cose estremamente controvoglia. Tempo fa forse sarei stata contenta di essere invitata da un collega semisconosciuto a prenderci una granita assieme, e che lui fosse carino e offrisse lui e tutto. Oggi invece mi sento vuota, un pesce fuor d’acqua. Nice chat, ok, ma nulla di più. 

La sensazione persistente della mia vita è che io sia vecchia, inutile, che non abbia concluso un cazzo. nonostante il lavoro, nonostante i viaggi, nonostante gli amici (a intermittenza).

Mi piacerebbe essere Samantha. Ma io sono Charlotte.

Leaving was never my pride…

5 Ott

‘ma sei appena tornata e già stai organizzando un altro viaggio?!’

Sissignori. Quest’anno ho preso l’aereo più volte che in tutto il resto della mia vita. Mi sto drogando di viaggi, che sono l’unica cosa capace di rimettere un po’ di entusiasmo nella mia vita. Partire, levare le tende, staccare per un paio di giorni, possibilmente senza neanche avere il wi-fi e non poter controllare chi si collega a che ora su whatsapp, è una delle poche cose che mi rende davvero serena se non addirittura felice. Perciò ieri sera io e una mia amica siamo state fino alle due di notte davanti al pc a programmare dicembre per il nostro viaggio, il mio sesto quest’anno. E’ paradossale che una volta qui invece stia sempre infilata a casa e esca a forza. Sarà un’altra forma di esaurimento nervoso?