Archivio | novembre, 2012

D-I-S-A-S-T-E-R

28 Nov

Se esiste qualcun altro malato di mente come me che per caso si trovasse a leggere queste parole, MONITO:

MAI, MAI illudersi di esserne fuori, anche se vi capita che per un periodo più o meno lungo stiate bene, anche senza motivo, e quindi vi pare d’aver raggiunto quella pace interiore per cui non importa quello che vi succede, perché siete lo stesso di ottimo umore.

Dopo non so quanti mesi di comportamento ineccepibile, stasera mi sono fatta tre solchi lunghi e profondi sul braccio sinistro. Sento il maglioncino appiccicarsi alla ferita sanguinante, ed è una sensazione così familiare che mi fa sentire bene.

Ho ricominciato anche a giocare col cibo, quando troppo e quando niente, e questo scherzetto mi ha fatto riprendere due chili che devono sparire dalla bilancia al più presto, con qualsiasi mezzo.

Sento costantemente un pugno allo stomaco, ho la tachicardia, non respiro (e ci fumo sopra) e non riesco a muovermi (attacchi di panico?).

Provo costantemente rabbia e insoddisfazione.

Di nuovo tornano quelle smanie improvvise di scappare. Infilare alla rinfusa quattro cose in uno zaino e dematerializzarmi. Mi sento soffocare.

E lo so che tante cose sono cambiate, che io sono cambiata. Ma a volte, mi si offusca la vista, il mio cervello si spegne e io mi rituffo nella follia assoluta, non capisco più niente e mi sento capace di fare qualsiasi ragionamento che razionalmente, adesso, mi pare assurdo; e mi pare così di essere tornata ad essere me stessa, di essere a casa. Non finirà MAI.

Sometimes…

10 Nov

Tornare nella SUA città per una cena con tutti gli altri. Passare davanti al posto dove lavora sua moglie. Sentirli parlare male di lui. Sentire che lui ha saputo di non essere stato invitato. Immaginarsi così vividamente il suo gesto di voltare le spalle, pugno chiuso davanti alla bocca, che è come se lo s’avesse davanti. Pensare che DETESTO che gli altri non vadano d’accordo, che se succede qualcosa per cui in un gruppo si creano fratture, io sento una minaccia alla mia ‘famiglia’: che siano i colleghi, gli amici, i parenti. Io ricordo agli altri i compleanni, affinché facciano gli auguri. Riflettere che sono una fan dell’entità ‘gruppo’, ma che ne avrei voluto sfasciare uno. Non capire come sia possibile che la stessa persona mi susciti contemporaneamente schifo e disprezzo per il suo comportamento, non verso me ma verso tutti, e contemporaneamente compassione per questa SOLITUDINE che mi arriva anche da lontano come un pugno nello stomaco, tanto che tornando a casa, per l’ennesima volta su questo tragitto, scoppio a piangere singhiozzando, con gli occhi pieni di lacrime fissi sul cielo o sulle luci della galleria, invece che sull’autostrada.

Non sono problemi tuoi. Non puoi andare a strappare il masso dalle spalle a chi vuole portarselo da solo.

I see no future, so leave me alone in the past

4 Nov

Mi sento uscita da sotto un treno, miracolosamente ancora viva e senza un graffio.

Beh, senza un graffio no. Ma sto di un bene, che perdura da tempo, che non credevo possibile fino a un paio di mesi fa. Mi viene da ridere se ripenso a quanta ostinazione opponevo a chi mi diceva che l’anima gemella non esiste, che dovevo semplicemente lasciar passare del tempo, che lui era solo un pezzo di merda/cazzo confuso e via dicendo. E io no, la storia del grande amore contrastato, che Giulietta e Romeo a confronto, dovevano farsi una passeggiata. Ahahahah! Un anno, un anno sprecato. E vabbè. Sicuramente mi ha fatta crescere, speriamo non inacidire. La prossima volta mi fiderò di più del mio istinto, evitando di appigliarmi a cazzate e di vedere quello che voglio vedere. Non mi accontenterò e farò subito le domande che vanno fatte. E se capirò che non ci sono possibilità di avere quello che voglio, il foglio di via, up next. Che soli ci stiamo anche benissimo, alla fine. Se penso che volevo partire solo per fargli vedere che stavo facendo qualcosa e che andavo avanti con la mia vita, e non perché effettivamente avessi voglia di partire, mi faccio pena da sola. Fra due settimane espatrio, e sono così felice che non riesco neanche a dirlo. A dicembre si va a trovare Sista. E poi si vedrà. Ho voglia, così voglia di avere le mie cose, la mia chitarra, i miei libri, i miei film, il mio studio. I miei amici. Ho voglia, come dire, di leggerezza, di ‘no problema manana’. I’ll stay, listen to my favourite tunes, that’s where I belong.

In tutto questo, devo dire che è di notevole aiuto l’apporto di My Sweet Lord, come l’ho soprannominato, che è veramente carinissimo. Smessaggiamo per ore, mi manda canzoni, e a me piace un sacco avere finalmente a che fare con un ragazzo che PARE normale. Che ti scrive anche se non gli hai più scritto tu. E questo essendo semplicemente amici.