Archivio | marzo, 2012

Cosa mi aspetto dal domani? Il sole in faccia no, ma in fondo io ci spero ancora che tu ci sia nel mio domani… E cosa dire di noi? Forse che in fondo non importa se tu mi vuoi…

27 Mar

Sto guardando la fotografia di noi due la sera della cena, quella che lui ha tanto insistito per fare. Siamo bellissimi e perfetti insieme.

Il pensiero del giorno, che oggi mi sento bene, è che lui non è morto e che basta farsi una passeggiata per vederlo. Veramente, quella sera sono stata malissimo perché sentirlo parlare con gli altri mi ha fatto ricordare quanto gli voglia bene al di là di tutta questa cosa. Anche quando mi veniva da ridere se qualcuno faceva battute su di noi, perché per me era come un fratello, io mi sono SEMPRE sentita orgogliosa di lui, dei suoi successi, e dispiaciuta se aveva qualcosa che non andava. L’anno scorso è stato via un mese perché stava male e mi mancava, e lo chiamavo spesso e gli raccontavo di come facessi a spintoni durante lo shopping, e lui rideva di tutte queste piccole cazzate. Tutti sapevano che nessuno me lo doveva toccare perché lui era il mio mito, il numero uno, il mio preferito, quello che non poteva sbagliare. Tutte queste cose, restano, e sempre resteranno.

Pazienza, è finita, ma io non ho motivo di credere che mi abbia detto delle bugie, che non sia stato sincero con me. E io chi sono per condannare qualcuno perché ha paura di cambiare? Io che faccio tanto l’emancipata, fino a pochi anni fa avevo gli attacchi di panico ad uscire da casa. Io sono sempre stata un don Abbondio. Poi la Vita per fortuna mi ha sempre buttata nella mischia contro la mia volontà, e alla fine me la sono sempre cavata in un modo o nell’altro. Ma no, non si può dire che io sia coraggiosa. Ho sempre lasciato scegliere il caso per me, o se ho scelto io l’ho fatto per puro, autentico spirito autodistruttivo: mi butto perché finalmente questa cosa mi ucciderà. Per dire: l’altro giorno siamo dovute entrare in due in una casa dove pensavamo potessero esserci dei ladri. Io ho avuto appena un attimo di tachicardia in cui ho valutato: ok, possono uccidermi, niente di peggio. E ho deciso di entrare per prima perché non me ne importava un fico secco. Essere coraggiosi davvero invece significa avere paura ma affrontare lo stesso quella prova.

Mi sono persa rispetto al punto di partenza, in ogni caso spero che questo momento duri, quello che importa è che sì ci siamo fatti male a vicenda ma che non abbiamo mai fatto nulla per cattiveria ma per amore, e se non può essere, pazienza, ‘persino il dolore più atroce si addomestica’, e c’è il sole, c’è il tepore della primavera, c’è la musica, c’è la granita, ci sono le colleghe, ci sono gli amici, ci sono tante cose belle lo stesso.

She will suffer the needle chill, she’s running to stand still

24 Mar

Guidare per lunghi tratti dell’autostrada a occhi chiusi facendo fatica a tenere dritto il volante.

Piangere durante la laurea di un’amica, durante il pranzo dalla nonna, a letto il pomeriggio.

‘Te ne vai così?’

Ieri che ci siamo appena sfiorati, e cercati ed evitati con lo sguardo, e ascoltati parlare con gli altri di altre cose, mi sono ricordata perché lo amo così tanto.

Only slightly, only slightly less than I used to…

22 Mar

Devo essere sincera: ho vacillato e continuo a vacillare, penso che mi piacerebbe restare con lui almeno l’ultima volta. Però, ho una grossa fortuna: ho imparato la lezione che tenersi tutto dentro fa male, ingigantisce le cose. E quindi parlo. Troppo forse, e con troppe persone. Ma mi serve. Per esempio la conversazione di oggi su messenger è stata illuminante e mi ha messa di ottimo umore. ‘Sono indecisa se dargliela l’ultima volta’. ‘Non ti azzardare, il profumo della figa va solo fatto sentire, ma concesso solo a chi se lo merita. Guai a te se ti depili l’inguine oggi pomeriggio’. E difatti. Siccome mi conosco, so che l’unica cosa che potrebbe trattenermi è questa. Perciò pelo libero e mutande della nonna con le mucche stampate sopra. Di sopra assetto da guerra, gambe depilate, vestitino, tacco dieci. You can look but you can’t touch. Non ha senso, ci starei solo male una volta che ho deciso di smetterla. Già controllo molto molto meno cosa fa nel messenger aziendale. Forse sto guarendo, finalmente. ‘E’ un uomo senza spina dorsale’. Vero. Lo penso in fondo. Sorry about that, io sono quella che è saltata su un autobus per farsi 1000 km con solo uno zainetto, decidendo il giorno prima. Mica posso star dietro all’IMMOBILITA’ fatta persona. E non ha senso fargli godere l’ultima serata, e godermela, perché tanto il giorno dopo ripiomberei nelle solite paranoie. Mi sono QUASI rassegnata, forse perché mi è QUASI caduto. Nonostante mi abbia scritto le ultime belle parole per convincermi a stare insieme domani. ‘Baciarti, fare l’amore con te mi fa stare bene e mi rende felice, vorrei stare con te almeno l’ultima volta’. E sti cazzi, non sto morendo, l’ultima volta sarebbe l’ultima perché lo vuoi tu. Quindi ti attacchi al tram. Cosa si sta perdendo. Una che lo ama come lo amo io, che lo capisce come lo capisco io, non la troverà mai più. Io invece di puttanelle indisponibili ne posso trovare a milioni.

Si va ai materassi

18 Mar

… come dice il Padrino e come ripete la mia amica.

E’ era di muovere il culo, di andare a prendere la vita a morsi. L’incidente di percorso: ci rivedremo. Abbiamo una cena insieme, ma stavolta io non gliela do. Qui lo dico, e spero di non negarlo. Avevo pensato di non andare ma non è giusto per il festeggiato, per tutti gli altri invitati e non è giusto per me perché mi fa piacere al di là di tutto andare. E poi lo sfizio di farmi vedere strafiga per l’ultima volta me lo devo passare. Ecco. Sarò la mela di Tantalo. Guardare ma non toccare. Ho pianto troppo. L’indomani ho un’altra festa, quindi si ricomincia subito a vivere.

Ho guardato intensamente negli occhi un’amica che non vedevo da due anni. Lei sa tutto. ‘La vita è bella’, mi ha detto. E’ vero, c’è molto altro che io ancora devo scoprire. Tipo sentirsi dire ‘senti, hai un sorriso bellissimo, al ritorno devi venire con noi’ ‘non mi piace la vostra bandiera’ ‘me la tolgo!’.

Senza perder tempo dietro a uno che ha paura. Dietro a uno che riesce a spegnermi.

Non sono nè la prima nè l’ultima a cui finisce male un amore, questo mi conforta. Coming back to life.

Better and better

9 Mar

L’ho sbloccato da facebook, lui mi ha cercato e abbiamo chattato, ma io sto molto meglio. Il lavoro ha aiutato parecchio. C’è casino in tutta l’azienda in generale, siamo tutti incazzati contro i capi e questo mi ha permesso di conoscere persone nuove e di interessarmi a cose che prima non consideravo. C’è casino nel mio ufficio in particolare, ho passato una settimana terrificante e sfiancante, che però mi ha fatta crescere.

Mi da lievemente sui nervi. Ora mi sento di nuovo in control, pronta a dirgli di no per vederci quando fino a tre giorni fa se me l’avesse chiesto sarei scappata da lui facendomi la strada sulle ginocchia. La verità è che ho la testa occupata da nuove cose, nuove persone (non in quel senso purtroppo), nuove idee, nuova voglia di fare. Sono molto più distaccata perché sono un po’ delusa, perché mi è caduto. l’arrendevolezza che mostra in ogni cosa, a partire da noi a finire dal lavoro (‘tanto fanno quello che vogliono’), mi fa proprio girare i coglioni fino a farli fumare. Come puoi parlare così a trentatrè anni, come se fosse tutto già scritto? Ma vaffanculo, io voglio andare a morire per le cose in cui credo, voglio fare  lo sciopero della fame se è il caso, per far rispettare i miei diritti. Poi che c’è la possibilità di perdere è da mettere in conto ma voglio dire, rinunciare in partenza mi pare una cosa dell’altro mondo. Quindi non c’è motivo per essere arrabbiati e cancellarlo. L’obiettivo finale non è la rabbia ma l’indifferenza, e ci siamo. Non del tutto, ma ci siamo.

Don’t look back in anger

5 Mar

È solo dopo aver perso tutto che siamo liberi di fare qualsiasi cosa. 

Ecco come mi sento io adesso: libera. Ho perso tutto quello che mi sembrava importante, ma mi sento libera. Leggera. E sto meglio. Il che non significa che non pensi in ogni secondo della mia giornata a lui, o che non speri che torni da me, o che non immagini in continuazione conversazioni che forse non avverranno mai. Però in questo magico momento (magari domani tornerò a piangere) mi sento distante. E in pace. Cerco di avere fiducia. E soprattutto mi sono stancata di essere musona, triste e spenta. Io sono così, ma anche no. Sono anche una buffona, faccio ridere la gente, faccio cazzate, sorrido a tutti, scambio due parole con qualsiasi persona al mondo. E i tormenti interiori… mi stanno annoiando. Ecco.

(Fa che questo stato di grazia duri, ti prego).

Sola

4 Mar

Eccomi qua. Sola di nuovo.

Ho fatto quello che avrei dovuto fare mesi fa. Ho detto basta. Stavolta davvero però.

Ci ho pensato.

Non lo odio.

Non me la sono presa perché mi ha detto di evitare di vederci questa settimana.

Non penso che sia uno stronzo pezzo di merda che mi abbia solo sfruttata.

Penso che lui sia semplicemente una persona troppo passiva per me. Per me è difficilissimo trovare qualcosa che mi appassiona, ma se la trovo, una cosa che voglio DAVVERO, faccio il possibile e l’impossibile per averla, a qualsiasi costo. Lui fisicamente non mi attirava più di tanto (prima) ma ho fatto sesso con lui, spaventata, piangendo, sopportando il dolore fisico e psicologico della mia prima volta. Sono andata in giro per tutti i quartieri più malfamati della mia città per procurarmi l’erba da fumare insieme, che era poi la cosa per cui dovevamo vederci in teoria senza ulteriori complicazioni. Ho fatto chilometri solo per vederlo un paio d’ore, mentendo su dove ero stata (io sono incapace a mentire). Lui non è così. Lui aspetta la manna dal cielo. Lui non muove un passo se non è sicuro di cadere in piedi. Lui crede nel destino, e non fa nulla per cambiare le cose che non gli vanno. Lui non si mette in gioco. Lui è un paraculo.

E io sono stanca, tanto stanca e spazientita.

E la stanchezza ha superato la Paura. la Paura di essere di nuovo sola con me stessa, senza un progetto, senza più sognare che ci sia qualcuno da aspettare. Ma devo affrontare questa paura, e l’unico modo che ho di farlo è tagliare questo cordone ombelicale.

Quindi basta. Oggi ho impostato la privacy di facebook in modo da non fargli vedere più niente delle mie cose, e domani lo cancellerò dai contatti del MOC. Purtroppo è successo esattamente quello che non volevo, e cioè perderlo anche come amico, ma in questo momento non è possibile diversamente. Se me lo chiederà, gli dirò chiaramente che non è più il caso di sentirci.

Cancellato.

E ora che non avrò più la testa occupata dal controllare ogni tre secondi se mi ha scritto o no, inizia il difficile.

La testa è così piena, non riesci più a pensare che anche senza te si possa ancora respirare

4 Mar

*Debolezza*

Stringimi, entusiasmami, baciami, uccidimi.

Amami, amami, di’ che mi ami, ingannami, ingannami, continua a ingannarmi, amami, amami, fingi di amarmi, lasciami, lasciami, di’ solo che hai bisogno di me, non mi importa di niente tranne che di te

Ho mentito. Non sono fuori dal nostro rapporto. Ci sono dentro, talmente tanto che sono umiliata perché sono qui a supplicarti. La tua scelta… è semplice: lei o me. Io sono sicura che lei è una gran donna, ma vedi, io ti amo, in un modo veramente incredibile… Cerco di amare i tuoi gusti musicali, ti lascio l’ultimo pezzo di torta, potrei saltare dalla montagna più alta se me lo chiedessi, e ciò che mi porta a odiarti mi spinge ad amarti. Per cui prendi me, scegli me, ama me…

Sentirsi rifiutati è una sensazione con cui convivo da sempre, ma è sempre stata, appunto, una sensazione, un sentore di pericolo che mi ha permesso di mettermi in fuga in tempo. Don’t speak, I know what you’re thinking, so please stop explaining.  Stavolta invece me lo sto facendo dire in faccia, non venire, vattene, non ti voglio abbastanza. Non ti incazzare. Non mi incazzo, io non faccio una piega. Io mi spezzo ma non mi piego. Mi risveglio con un pugno allo stomaco e il braccio insaguinato, ma non urlo, non faccio scenate e non parlo.

Non ti incazzare

2 Mar

No, infatti non sono incazzata.

Sono semplicemente una iena furiosa e furibonda, con la bava alla bocca, gli occhi fuori dalle orbite e assetata di sangue. Mio e degli altri ovviamente.

Non ci possiamo vedere perché lui non può fare lo sforzo sovrumano di uscire semplicemente puntuale da lavoro visto che IO mi prenderei le ore per andare IO da lui. Scusate la ripetizione del pronome personale che è parecchio cacofonica, me ne rendo conto, ma dovevo sottolinearlo che lo sforzo sarebbe stato tutto MIO.

Perciò io vengo dopo la famiglia, e va bene, e dopo il lavoro. E il circolo di biglie no?

Reazione a caldo (non fatto): mandarlo a fanculo e cancellarlo, dalla rubrica nel cellulare, da facebook, da messenger, dalla faccia della terra.

Reazione reale:   ‘ok’. ‘Grazie per la comprensione :)’.

Comprensione?

Comprensione!

Comprensione un cazzo!

Ce l’ho a morte, con lui, perché è un essere inutile che non sa quello che vuole e quand’anche lo sapesse non fa un cazzo per averlo, e con me. Perché continuo a farmi illudere dalle sue paroline buttate lì quasi per caso (‘verrei solo perché ci sei tu’), perché non capisco una volta per tutte che devo tagliare definitivamente tutti i ponti con una persona che non mi vuole o comunque non mi vuole abbastanza da fare neanche un minimo sacrificio per me, perché ho perso e continuo a perdere la dignità accontentandomi di BRICIOLE anche se io sono affamata, perché una parte di me continua a giustificarlo, capirlo e amarlo.

Last chance. Ragioniamo a freddo: mi ha detto di evitare questa settimana perché è incasinato. Bene. Ci può stare. Gli do un paio di settimane di tempo per organizzare qualcosa per vederci. Dopo di che ci metto una croce sopra. Ma davvero. Basta. La verità vera è che la mia vita fa schifo, che è piatta, che non riesco a costruirmi nulla, e che non ho un progetto. Il mio progetto per qualche mese è stato lui. Da domani, visto che non ho di meglio, diventerà l’autodistruzione come lo è sempre stata, ma fine a se stessa e non per causa sua. Sorry about that, io mi rimetto l’armatura, rialzo le barricate e mi rannicchio in trincea, lì dove l’unica che può farmi male sono io. Se quello che mi fa veramente bene è stare male, che sia! Chi l’ha detto che si deve per forza essere felici e brillanti e pieni di cose da fare? Chi l’ha detto che se uno sguazza nella merda fino al collo deve per forza tirarsene fuori invece di nuotarci dentro? In attesa di tempi migliori. O della morte.