Archivio | dicembre, 2011
25 Dic

Non penso di potercela fare. Sono letteralmente scappata da casa dei miei parenti perché non riuscivo più a sopportare tutta quella gente. Tutti quei meravigliosi bambini (io sono stato buono, però non mi ricordo cosa ho fatto di buono!). Tutta quella felicità.

I miei pensieri ora sono equamente distribuiti fra Lui, quello stupido paraculo che non ha le palle di vivere invece che sopravvivere, e il suicidio. Sono le due cose che occupano le mie fumanti meningi. Penso che il problema sia che a me la gente piace troppo e la capisco troppo. A volte credo di avere in mano una specie di bambolina voodoo, mi sento in qualche modo potente. Mi basta conoscere qualcuno un poco per capire i loro punti di forza e i loro punti deboli, e so come fare sentire una persona bene. O male. Posso curare o posso ferire. Il problema è che tutto questo non avviene al contrario, la gente riesce solo a distruggermi. Ad esempio per questo splendido Natale di merda la mia famiglia mi ha regalato due borse. A me delle borse frega un cazzo e si vede, ne ho una decina e me ne giro due ogni anno, perché ci tengo così poco e mi fa così tanta fatica a traslocare tutto il troiaio da una borsa all’altra. Ma mi hanno regalato due borse costose. Neanche i miei familiari più stretti sanno che mi si può fare molto felice spendendo 15 euro per un cd, invece che con due borse firmate. Io sono tutt’orecchi e sento i sussurri delle persone. A me invece sembra di urlare fino a sgolarmi ma nessuno mi sente lo stesso. il fatto stesso che Lui abbia fatto le corna a sua moglie mi mette addosso tristezza perché penso a quanto sia pazzesco che la gente abiti nella stessa casa e riesca a mentirsi con questa facilità, a non parlarsi, a non ascoltarsi, a non capirsi. Io mi scervello e  impazzisco perché non riesco a capire Lui, forse per questo mi frega tanto, perché è ermetico e non riesco a penetrarlo al contrario della maggior parte delle persone. Ma voglio dire, tendenzialmente io capisco i suoi stati d’animo. Una moglie può non accorgersi del tradimento?

Ogni volta che attraverso la strada spero che mi mettano sotto. Ogni volta che entro in casa spero di trovarci qualche ladro che mi aggredisca.  Ogni volta che guido aspetto che qualcuno mi venga addosso.  Mi serve trovare un modo indolore e decidermi. Non ce la faccio più

22 Dic

Mi manca da morire. Ho dei continui flashback di noi e mi manca l’aria. Lui sopra di me e ci guardiamo dritto negli occhi. Noi a cena con gli altri e lui che mi guarda come se fossimo le uniche due persone nella stanza. Lui che mi dice smettila di guardarmi così o ti salto addosso qui davanti a tutti. Lui che mi tiene le mani. E tutte le sue parole, che potrei cancellare la mail perché ce le ho tutte stampate in mente. Sei una delle poche persone se non l’unica che mi ha rapito il cuore e l’anima.

E’ un continuo rimuginare, ricordare e fantasticare.

16 Dic

E’ finita. Ho chiuso io. All’ennesimo problema per vederci, ho deciso. Era già nell’aria, non poteva durare. Io non sono il tipo adatto a fare l’amante. Io ho bisogno di sicurezze, ho bisogno di qualcuno che mi mandi qualche messaggino smielato e lui, lui non è il tipo. Ecco perché lo amo. Perché ho visto da parte sua delle aperture che mi sembravano impossibili, in qualche modo ho una chiave per la sua anima. Ora lo so perché io gli ho detto tutto. Gliel’ho detto che lui è dovunque intorno a me, in ogni momento della giornata, da quando mi sveglio a quando mi addormento. Gli ho detto che devo salvaguardarmi e non posso farlo diventare una mia priorità quando per lui non posso esserlo. E lui. Lui mi ha risposto che sta soffrendo. Che sono una delle poche persone se non l’unica che gli ha rapito il cuore e l’anima. Che non mi dimenticherà mai e che mi vuole un casino di bene. E per me è stata una pugnalata. Perché è la conferma che ho trovato la mia anima gemella e che me l’hanno rubata. Che mi hanno strappato un pezzo di anima.

E se io soffro come un cane, che non so se sono mai stata peggio in vita mia, non riesco ad immaginare cosa voglia dire per lui. Voglio dire, io sono tendenzialmente libera di piangermi addosso quando mi sento. Posso anche coltivare la speranza di incontrare qualcun altro. Ma lui? Deve fingere con la persona che gli dorme accanto, ed è incatenato. Se io sono fottuta, lui lo è di più. E questa cosa mi fa stare così male che mi toglie il respiro. Io ho continui flashback di noi due. E mi immagino in continuazione come sarebbe crescere insieme i suoi figli. I nostri figli.

non so come rialzarmi. Questa è la batosta peggiore che mi sia mai capitata. Stamattina alzarmi mi ha richiesto uno sforzo di volontà sovrumano, e io non ho mai marinato la scuola nè ho mai preso un giorno di malattia, ma non lo dico per scherzare, davvero. Ecco oggi ho indugiato parecchio, stavo per telefonare. Non riesco ad andare avanti. Non riesco, veramente, neanche a guardare avanti. Solo indietro, solo noi.

When I feel heavy metal, and I’m pins and I’m needles

11 Dic

Welcome back autolesionismo. Oltre ai soliti graffietti insignificanti sul braccio abbiamo una new entry: le costole. Il riseglio è sempre un momento duro, la domenica lo è di più perché ho tempo di restare a rimuginare sotto le coperte su quanto detesti l’essermi svegliata di nuovo e su quanto sarà difficile affrontare un’altra giornata. Sono già piena di cicatrici e a quanto pare destinata ad incrementarne il numero.

8 Dic

Vado rileggendo i miei blog e diari passati e trovo sempre le stesse solfe. Da un anno a questa parte poi ho avuto un tracollo che è iniziato con la tragedia di Natale scorso, quando quella che per me è una sorella ha perso la sua bambina quando mancava un mese al parto. A me non è mai importata tanto la mia vita, ma l’anno scorso per la prima volta ho provato con la forza di un cefone in faccia cosa significa chiedere con ogni fibra del tuo essere di poter dare la tua vita per quella di qualcun altro. Davvero se qualcuno mi avesse detto: se prendiamo te, le restituiamo la bambina, non avrei avuto esitazioni a dire sì. Non penso di essere particolarmente buona o generosa, ma mi sembra sempre una cosa insensata che ci sia qualcuno che vuole vivere e muore, e qualcun altro a cui invece la vita pesa che continua a vivere. Il tracollo dell’anno scorso dicevamo. Io gestisco più o meno tutto in silenzio quindi mentre tutti piangevano io ho preso tutte le cose della bambina e le ho infilate in uno scatolone e l’ho nascosto nel ripiano più alto dell’armadio fuori dalla portata della vista di tutti. La seconda botta è arrivata a marzo, quando ho rivisto dopo anni mio cugino per la prima volta da quando ha avuto l’attacco psicotico che l’ha portato a autolesionismo/ricovero in casa di cura/terapia farmacologica che lo tiene praticamente addormentato per una buona metà della giornata. Io continuo ad assorbire tristezza e dopo un attacco di panico epico mi decido ad andare da una psicologa che mollo dopo appena 5 sedute perché mi dava noia blaterare cose sulla mia infanzia che io ritenevo totalmente insignificanti. Di fronte alla prospettiva di andare da un neurologo mi spavento e mi do da fare e sembro rimettermi un po’ in sesto, e poi succede il fattaccio con lo Sposino.

E ora?

Ora, non riesco a sopportare di stare in mezzo alla gente, non mi va di vedere nessuno, andare a lavoro mi pesa come un macigno sulle spalle e ogni mattina il mio pensiero è ‘maledizione, un’altra volta qua’. Le giornate le passo a vederle finire anziché cominciare. Le uniche cose che mi fanno sentire leggermente meglio sono la musica e le sigarette. E le attenzioni dello Sposino naturalmente, le poche volte che mi illudo di essere importante per lui e non semplicemente la sua puttana che lui decide quando e come vedere, meno importante dei suoi figli, di sua moglie, del suo lavoro e penso pure del suo gatto, anche se non ne ha uno. ‘Se non ci fossero stati i bambini staremmo insieme’. Certamente, mh-mh.

Tutto il resto è un leggere i diari di Kurt Cobain e annuire e pensare che sono proprio io e che presto farò la sua fine.

Get back to where you once belonged, Loretta

4 Dic

C’è stato un periodo relativamente felice o meglio sereno, nella mia vita. Un periodo in cui mi chiedevo davvero come avessi fatto durante gli anni dell’adolescenza a drogarmi di Nevermind.

Adesso ho l’mp3 strapieno di Nirvana e i diari di Kurt Cobain sopra il comodino.

Stesse sensazioni. Stessa abulia. Stessa apatia. Stessa depressione. Stessa totale assenza di obiettivi, passioni, scopi nella vita. Mi ronzano in testa due frasi, che poi sono l’una la speculare dell’altra: ‘I don’t have the passion anymore, and so remember, it’s better to burn out than to fade away’ e ‘Stay hungry, stay foolish’. Ora. Lotta per i tuoi sogni, non lasciare che nessuno permetta di coprire con i suoi rumori la tua voce interiore (all’incirca). tutto bene, Steve. Ma se la tua voce interiore è muta come un uomo d’onore? Se non hai sogni? Se non te ne frega un cazzo di nulla, se non vuoi fare carriera a lavoro, se non ti interessa laurearti, se tutte le cose materiali per cui le altre persone si farebbero dare un punto in un occhio ti lasciano indifferente? Ho una casa che mi hanno praticamente costretta a comprare e tutte le volte che ci vado sbaglio sempre strada, e poi sbaglio sempre piano, e io lo so benissimo che sono una privilegiata a poter pagare un mutuo e ringrazio per questo. Ma quella casa per me è un corpo estraneo. Se ti frega anche molto poco delle persone? Prendiamo anche quest’altra faccenda. Io non sono una puttana, sono l’anticivetta per eccellenza. Me ne vado in giro con jeans e maglione extra large, struccata. Ho perso la verginità a 24 anni e proprio con lui. L’uomo sposato con figli. Se penso che sono una squallida amante non riesco a darmi pace, perché è contro i miei principi. Non sono una moralista, però penso che la cosa fondamentale della vita e l’unica che raccomanderei a mio figlio se ne avessi uno, sarebbe questa: di non ferire le altre persone. E io adesso che sto facendo? Esattamente questo. C’è una moglie che è anche una bella persona, che forse non lo sa che viene tradita, ma di sicuro la sera non ha tutte le attenzioni di un marito che smessaggia con la sottoscritta. E la cosa veramente grave è che io vorrei tanto che si lasciassero, sarei felice di iniziare una relazione pulita con lui, ma non sono così convinta di volerlo tanto da chiedergli di mollare tutto. Ci ho pensato parecchio, perché diverse volte mi è saltato in mente di andare da lui e dargli quattro ceffoni e un ultimatum. Ma per offrirgli cosa? Che quando abitavamo vicini già al terzo o quarto giorno al pensiero che sarebbe venuto a casa mia ho avuto un moto di rigetto (e infatti poi è andata com’è andata a letto)?

Quindi insomma. La differenza però è che prima avevo delle speranze. In qualche modo una parte di me era convinta che la vita avrebbe sistemato le cose. Adesso tutte queste menate tardoadolescenziali mi stanno strette, ma non mi abbandonano, e sarebbe davvero giunta l’ora di fare qualcosa a riguardo, ma la soluzione che vedo è una sola, dato che tutte le cose che non avevo prima e ho adesso, incluso andare da una psicologa, non sono servita a niente. Ho fatto un bel pezzo di strada, sono cambiata, sono cresciuta, ma il percorso è stato un cerchio che si è chiuso quando sono arrivata al punto di arrivo che coincide miserabilmente col punto di partenza.